

L’itinerario conduce alla scoperta di Monte Isola attraverso il ricordo del suo passato e delle attività artigianali che la caratterizzano e che si sono tramandate fino ad oggi: la fabbricazione delle barche, la lavorazione delle reti e la realizzazione dei fiori di carta.
L’itinerario conduce alla scoperta di Monte Isola attraverso il ricordo del suo passato e delle attività artigianali che la caratterizzano e che si sono tramandate fino ad oggi: la fabbricazione delle barche, la lavorazione delle reti e la realizzazione dei fiori di carta.
Fino a non molti anni fa era impossibile entrare in una casa di Monte Isola e non trovarvi una rete da pesca. La lavorazione delle reti vedeva impegnata l’intera comunità, perché la quantità del pescato dipendeva dalla qualità della rete stessa. L’aia, la strada, la stalla erano dei veri e propri laboratori, dove le donne imparavano a intrecciare il filo sin dalla tenera età.
Il giorno di Ferragosto, tra Peschiera Maraglio e Sensole, si tiene la “Voga Longa”, una remata di tre chilometri e mezzo con moderni naèt. Molto diffusa sui laghi lombardi, la voga in piedi è una vogata di punta praticata con l’ausilio di lunghi remi. Questo sport raccoglie a sé giovani atleti, che hanno ereditato la passione degli adulti e rappresentano la linfa vitale per il futuro.
Una leggenda narra che le donne dell’isola impararono a realizzare le reti da una forestiera proveniente dal mare. La poveretta, avendo nostalgia del suo paese, si sedeva in riva al lago ad intrecciare il filo al ritmo delle onde. Le montisolane spiavano ed ammiravano da lontano quella rete ampia e lunga, così diversa dalle reti piccole e logore che lì si usavano.
Indispensabile per la pesca, la rete a Monte Isola viene prodotta da secoli, prima manualmente nelle case, poi artigianalmente nei primi laboratori meccanizzati (1857) e, infine, nel corso del ’900 in vere e proprie imprese manufatturiere. Oggi, nei Mondiali di calcio, al Roland Garros, nei campionati di basket e di volley e sulle piste da sci si utilizzano le reti del Lago d’Iseo.
Forse fu il costo dei fiori freschi, un lusso insostenibile per gli abitanti, a determinare la tradizione dei fiori di carta, che vengono confezionati tutt’oggi in gran segreto con procedimenti tramandati di madre in figlia. Sono migliaia, di tutti i tipi, dalle rose ai grappoli di glicine, alle orchidee, imitati con tale precisione e abilità dalle donne del paese da essere confusi con quelli veri.
Le solennità quinquennali in onore della Santa Croce risalgono ai tempi della prima epidemia di colera nel 1836, quando la popolazione ricorse alla protezione della Croce ed il morbo cessò come per miracolo. Arcate ricoperte di rami di pino e fiori di carta, luminarie, spari di cannone, processioni e fuochi d’artificio sono il copione fisso intorno al quale ruotano attese ed emozioni.
Una leggenda, non del tutto infondata, narra che il primo naèt fu costruito da un certo Archetti nel 1500, approdato a Monte Isola con disegni rubati a Venezia. Il naèt, infatti, è come una gondola riadattata all’acqua dolce. Costruita principalmente in legno di mogano e larice, col fondale piatto e la forma lunga e stretta, è una barca leggera e agile, utilizzata da sempre per la pesca.
L’itinerario conduce alla scoperta di Monte Isola attraverso il ricordo del suo passato e delle attività artigianali che la caratterizzano e che si sono tramandate fino ad oggi: la fabbricazione delle barche, la lavorazione delle reti e la realizzazione dei fiori di carta.
Fino a non molti anni fa era impossibile entrare in una casa di Monte Isola e non trovarvi una rete da pesca. La lavorazione delle reti vedeva impegnata l’intera comunità, perché la quantità del pescato dipendeva dalla qualità della rete stessa. L’aia, la strada, la stalla erano dei veri e propri laboratori, dove le donne imparavano a intrecciare il filo sin dalla tenera età.
Il giorno di Ferragosto, tra Peschiera Maraglio e Sensole, si tiene la “Voga Longa”, una remata di tre chilometri e mezzo con moderni naèt. Molto diffusa sui laghi lombardi, la voga in piedi è una vogata di punta praticata con l’ausilio di lunghi remi. Questo sport raccoglie a sé giovani atleti, che hanno ereditato la passione degli adulti e rappresentano la linfa vitale per il futuro.
Una leggenda narra che le donne dell’isola impararono a realizzare le reti da una forestiera proveniente dal mare. La poveretta, avendo nostalgia del suo paese, si sedeva in riva al lago ad intrecciare il filo al ritmo delle onde. Le montisolane spiavano ed ammiravano da lontano quella rete ampia e lunga, così diversa dalle reti piccole e logore che lì si usavano.
Indispensabile per la pesca, la rete a Monte Isola viene prodotta da secoli, prima manualmente nelle case, poi artigianalmente nei primi laboratori meccanizzati (1857) e, infine, nel corso del ’900 in vere e proprie imprese manufatturiere. Oggi, nei Mondiali di calcio, al Roland Garros, nei campionati di basket e di volley e sulle piste da sci si utilizzano le reti del Lago d’Iseo.
Forse fu il costo dei fiori freschi, un lusso insostenibile per gli abitanti, a determinare la tradizione dei fiori di carta, che vengono confezionati tutt’oggi in gran segreto con procedimenti tramandati di madre in figlia. Sono migliaia, di tutti i tipi, dalle rose ai grappoli di glicine, alle orchidee, imitati con tale precisione e abilità dalle donne del paese da essere confusi con quelli veri.
Le solennità quinquennali in onore della Santa Croce risalgono ai tempi della prima epidemia di colera nel 1836, quando la popolazione ricorse alla protezione della Croce ed il morbo cessò come per miracolo. Arcate ricoperte di rami di pino e fiori di carta, luminarie, spari di cannone, processioni e fuochi d’artificio sono il copione fisso intorno al quale ruotano attese ed emozioni.
Una leggenda, non del tutto infondata, narra che il primo naèt fu costruito da un certo Archetti nel 1500, approdato a Monte Isola con disegni rubati a Venezia. Il naèt, infatti, è come una gondola riadattata all’acqua dolce. Costruita principalmente in legno di mogano e larice, col fondale piatto e la forma lunga e stretta, è una barca leggera e agile, utilizzata da sempre per la pesca.
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